Dalle Laudes Creaturarum di San Francesco fino al repertorio laudistico del XV sec.
Il Cantico delle Creature prima lauda e primo testo poetico scritto in volgare umbro nel 1225 è la pietra angolare del 16° corso internazionale di musica medievale a 800 anni dalla sua composizione. Il poema, incarna l’amore di Francesco per il creato e per tutti gli esseri animati e inanimati. Probabilmente ispirato dal Cantico dei tre fanciulli, è stato pensato per essere cantato e come la Compilazione di Assisi ci trasmette, fu Francesco stesso a comporre una melodia che insegnò ai suoi compagni.
…Voglio quindi, a lode di lui e a mia consolazione e per l’edificazione del prossimo, comporre una nuova lauda del Signore riguardo alle sue creature. Ogni giorno usiamo delle creature e senza di loro non possiamo vivere […]. E postosi a sedere, si concentrò a riflettere e poi disse: Altissimo, onnipotente, bon Segnore. E vi compose una melodia e la insegnò ai suoi compagni perché la ripetessero. (Compilazione di Assisi, cap. 83)
È proprio con il movimento francescano, durante la vita di Francesco di Assisi (1182-1226) che si fecero i primi esperimenti di poesia religiosa in volgare. Il testo del Cantico delle creature, conservato nel codice 338 della Bibl. Comunale di Assisi, è scritto sotto un tetragramma, ma quello spazio sotto l’incipit, destinato alla notazione, non è stato mai riempito. Seguendo le ricerche di Lucia Marchi e di altri studiosi, si può tentare una ricostruzione musicale di questo testo affidandosi a quel repertorio gregoriano coevo al tempo di Francesco che sicuramente lui conosceva e dal quale poteva aver tratto ispirazione.
Francesco e i suoi fratelli si definivano Joculatores domini “menestrelli di Dio”, erano mendicanti dell’ordine francescano la cui regola era quella di predicare e aiutare i poveri. Cantando le lodi nelle piazze e raccogliendo tanti seguaci, crearono un fervido movimento che si diffuse molto rapidamente in Italia e anche in Francia
Il corso quindi partirà dalle origini della lauda esaminando i manoscritti che hanno trasmesso il repertorio monodico Ms. Cortona 91 e il Magliabechiano B.R.18 conservato a Firenze per ricostruirne la funzione legata ai movimenti confraternali che avevano la pratica quotidiana del canto delle laudi alla base dei loro statuti. Si studieranno anche laudi polifoniche del XIV e XV sec. di area fiorentina e veneta.