DANTE E LA MUSICA

MICROLOGUS  e CORO “Spello Splendens”

Patrizia Bovi – canto, arpa, buccina

Goffredo Degli Esposti – flauto traverso, doppio flauto, cornamusa, cennamella

Gabriele Russo – viola, ribeca, buccina, piffero

Peppe Frana – liuto, chitarrino

Enea Sorini – canto, percussioni

(foto Roberto Vaccai)

DANTE E LA MUSICA

Musiche di trovatori francesi e anonimi italiani all’epoca di Dante Alighieri  

Il concerto del Micrologusci porta a immergersi in un universo in cui questa arte musicale si sta trasformando profondamente: dagli epigoni dell’Ars Antiqua ai primi passi dell’ Ars Nova. Corrisponde alla fine del feudalesimo e l’affermarsi dei mercanti (la borghesia), che operano nei Comuni del Centro come nelle Signorie delle città/stato del Nord Italia.

Abbiamo così un excursus tra le musiche dei più importanti trovatori del XIII sec., che Dante cita, perché ben conosce, innalzandoli a suoi Maestri, confrontati con i nostrani, creatori della più antica produzione di canzoni e ballate, questi ultimi senza testimonianze dirette delle loro composizioni. Per questo nel programma  ci sono alcune ricostruzioni di canzoni, anche su testo di Dante, secondo la tecnica dell’epoca del contrafactum (adattamento ad una melodia precostituita).

Nella PRIMA PARTE la musica associata ai pifferi e trombetti di corte, o di città, fa da cornice a vari momenti: primo, quello d’amore spirituale del canto delle laudi,  adottato dalleconfraternite cittadine. Segue la poetica dei trovatori. Dante stesso testimonia nel De Vulgari Eloquentia che l’arte dei trovatori sopravviveva ancora e influenzava la musica successiva. Egli loda Bertran de Born, il poeta delle armi, Arnault Daniel, il poeta dell’amore e Guirault de Borneilh, della rectitudo. E poi Folquet de Marseilla. Un altro grande, Bernard de Ventadorn, è citato nel Paradiso.

Nella SECONDA PARTE si delinea l’universo sonoro della Commedia. Se l’Inferno è soprattutto suoni e voci alte e fioche, nel Purgatorio troviamo il canto, dominato dalla salmodia del canto gregoriano. Di Casella Amor che nella mente mi ragiona, su testo di Dante, è ricostruito con il contrafactum. Tant m’abelis vostre cortes deman di Arnaut Daniel èricostruito su Tant m’abelis l’amoros pensament di Folquet de Marseilla. Infine, nel Paradiso la musica è visione ed esprime luce e movimento angelico.

Nella TERZA PARTE ci spostiamo alla Corte Scaligera dove, tra Verona e Padova e la sua Università, fu redatto il Codice Rossi 215, con le prime ballate monodiche e i madrigali polifonici.
La corte di Cangrande, che ospitò Dante durante l’esilio e al quale Dante nel 1316 dedicò la cantica del Paradiso, era luogo dove si trovavano tutte le “buone costumanze”: qui son le tempeste d’amore e d’amare..chitarre e liuti viole e flauti, voci alt’ed acuti qui s’odon cantare…qui boni cantori con intonatori e qui trovatori udrai concordare”.