La musica alla corte di Federico da Montefeltro

Il 13° Corso Internazionale 2022 sarà dedicato alla musica alla corte di Federico da Montefeltro, in occasione dei 600 anni dalla sua nascita che avvenne il 7 giugno 1422 a Gubbio nel Castello di Petroia.
Il futuro Duca d’Urbino sarà ricordato per essere stato il signore che, ispirato dalle Muse, eccelse in tutte le arti; da quelle militari alle ben piu raffinate: lettere, filosofia e musica. Egli fu, inoltre, mecenate dei più importanti artisti del momento da Piero della Francesca, Giovanni Santi, Pisanello, Giusto di Gand tutti invitati per decorare, con le loro opere, i suoi palazzi.
Figlio illegittimo di Guidantonio da Montefeltro, venne mandato a studiare prima a Venezia e poi a Mantova dove dal 1434 al 1436 fu allievo di Vittorino da Feltre presso la celebre scuola di Cà Zoiosa, dove ricevette una educazione da grammatici, musicisti, filosofi, maestri di danza e di equitazione che venivano stipendiati affichè nessuna delle inclinazioni ed i talenti dei suoi allievi fosse trascurata. La sua formazione musicale basata sui trattati di Boezio e di Sant’ Agostino, cioè su una visione matematica ed intellettuale tripartita: Musica Humana, Mundana e Instrumentalis, non era esclusivamente teorica, ma prevedeva anche lo studio del canto e della liraLo stesso Vittorino, secondo la descrizione di Francesco Prendilacqua, era musico e abile cantore che si accompagnava alla lira da braccio.

Vespasiano da Bisticci, il più importante libraio del Quattrocento, che si occupò della creazione della biblioteca ducale ce ne offre una dettagliata descrizione nella Vita di Federico da MontefeltroIn quella libraria i libri tutti sono belli in superlativo grado, tutti iscritti a penna, e non ve n’è ignuno a stampa, chè se ne sarebbe vergognato, tutti miniati elegantissimamente, et non v’è ignuno che non sia scritto in cavretto“.

E, parlando della passione del Duca per la musica, ne fa una descrizione dettagliata:” Della musica s’era dilettato assai, e intendeva benissimo del canto e del suono, et aveva una degna capella di musica dove erano musici intendentissimi, et avevano parechi giovani che facevano canto et tinore.”…

“… Non era istrumento che la sua signoria non avesse in casa, et deletavansi assai del suono, et aveva in casa suonatori perfettissimi di più istrumenti, diletavasi più d’istrumenti sotili che de’ grossi, trombe et istrumenti grossi non se ne dilettava molto, ma organi e istrumenti sotili gli piacevano assai.”

La summa del pensiero umanistico di Federico resta impressa nelle tarsie dei suoi due studioli che, oltre ad illustrare le sue imprese, ci restituiscono le immagini degli strumenti che venivano usati a palazzo, insieme ad alcuni brani musicali che rappresentano un aspetto del repertorio in uso. Ricordiamo: J’ay prins amoursBella gerit e la ballata su testo di Leonardo Giustinian: O rosa bella, di quest’ultima l’intarsio è andato perduto. Si può, tuttavia, cercare una concordanza nel codice legato all’ambiente musicale federiciano: l’Urbinate latino 1411, oggi conservato alla Biblioteca Vaticana, che riporta, dello stesso testo due versioni notate: uno messo in musica da Ciconia l’altro da J. Dunstable. Il manoscritto Urbinate Latino 1411 faceva parte della collezione del Duca, donato da Piero di Chosimo de Medici a Piero de Archangelo de li Bonaventuri da Urbino, rimase nel catalogo della biblioteca urbinate fino al 1657. Questa collezione contiene ballate e rondeaux di Gilles Binchois, Johannes Ciconia, Guillaume Du Fay, John Dunstable e compositori anonimi da 2 a 4 voci, è una fonte significativa perchè ci riporta due unica di Du Fay e tre di Gilles Binchois.

Il repertorio mostra una spiccata predominanza della musica franco-borgognona, molto in voga nellecorti del tempo. Dai carteggi si evince che la corte di Urbino ebbe scambi diplomatici e di musicisti con la corte di Lorenzo il Magnifico, ma anche con gli Aragonesi, infatti Federico venne aggregato all’ordine dell’Ermellino da Ferdinando d’Aragona nel 1474, con una solenne cerimonia tenutasi a Napoli l’11 settembre.

Anche la danza ebbe un ruolo centrale alla corte dei Montefeltro, nel dipinto conservato a Londra che raffigura l’allegoria della musica e che probabilmente faceva parte della collezione del palazzo Ducale di Gubbio, c’è un giovane musico inginocchiato che gli studiosi identificano con il teorico della danza e maestro di Federico da Montefeltro: Guglielmo Ebreo convertitosi poi con il nome di Giovanni Ambrosio. Il suo De pratica seu arte tripudii vulgare opusculum è uno dei primi trattati di danza del ‘400.

Durante i Laboratori e le Masterclass si studieranno brani tratti dai manoscritti:

Biblioteca apostolica Vaticana, Ms Urbinate Latino 1411

Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Banco Rari 229

oltre alle danze che vengono descritte nelle cronache delle feste di corte.

Bibliografia

Nicoletta Guidobaldi – La musica di Federico: immagini e suoni alla corte di Urbino L.S. Olschki, 1995

James Haar – The Vatican Manuscript Urb.Lat 1411: Un undervalued source
Manoscritti di polifonia nel Quattrocento europeo. Atti del Convegno internazionale di studi (Trento-Castello del Buonconsiglio, 18-19 ottobre 2002)

Carlo Vitali – Musica e musicisti alla corte di Federico III da Montefeltro Il Flauto dolce, No. 9 (giugno 1983)